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Il marmo a Seravezza

Industria marmifera

Gli uomini visti da lontano sembrano api
intorno ad un pezzetto di pane bianco,
che si muove lentamente verso 
un alveare in pianura .

Enrico Pea, Il Moscardino

Il Comune di Seravezza, ricco di giacimenti marmiferi, basa la propria economia essenzialmente sull’estrazione, la lavorazione ed il commercio del marmo. Sul territorio sono numerose le industrie collegate, prime tra tutte quelle produttrici di macchinari per la lavorazione del marmo. Le attività di estrazione e lavorazione del marmo vantano un’antichissima tradizione nell’area seravezzina. Dalle cave del Monte Altissimo, della Cappella, della Ceragiola e di Trambiserra sono stati estratti ed ancora si estraggono, il rinomato marmo bianco, ma anche notevoli bardigli ed arabescati.

 

Il marmo

Già in prossimità di Seravezza si incontrano le cave di Ceragiola, risalenti ad epoca etrusca e dalle quali si estrae marmo bianco detto, appunto, bianco di Ceragiola. Sicuramente interessante risulta una visita al Museo del lavoro e delle tradizioni popolari dell’Alta Versilia, che trova spazio all’interno del noto Palazzo Mediceo. Un’ampia sezione del museo è, infatti, dedicata alla documentazione relativa all’estrazione e lavorazione del marmo. Proprio in prossimità del Palazzo Mediceo ha inizio un sentiero che conduce alle cave della Costa dalle quali si estraggono il marmo bianco ed il cosiddetto bardiglietto Costa. Proseguendo nella Valle del Vezza, lungo la via di Arni, dopo la frazione di Pontestazzemese, si incontra Le Mulina, paesino le cui cave hanno fornito le brecce medicee. Sempre lungo la via di Arni, ma in direzione Castelnuovo Garfagnana, si incontrano piccole cave di Rosso Rubino. In prossimità di Retignano si scorge, invece, il Monte Corchia con le sue cave di Arabescato e breccia Fior di Pesco. Oltrepassata la Galleria del Cipollaio si raggiunge la località Tre Fiumi, luogo ideale per vedere da vicino l’ambiente delle cave che fanno da cornice al paesaggio. Qui si estraggono bianco Tre Fiumi, Arabescato Faniello e Fantastico nelle cave più alte.

Facilmente raggiungibile è la cava delle Tagliate, sebbene non sia di certo la più suggestiva. Più complesso si rivela, invece, l’accesso ad altre cave più affascinanti, ad esempio alla suggestiva cava delle Cervaiole, sul monte Altissimo, da dove si estrae il famoso Arabescato che da essa prende il nome. La cava si raggiunge imboccando la strada marmifera che si apre a sinistra dell’imbocco della Galleria del Cipollaio e proseguendo per un tortuoso percorso. L’itinerario può essere concluso scendendo dal versante di Massa.

 

La geologia

L’origine delle Alpi Apuane risale a 200 milioni di anni fa e deriva dal lento accumularsi di sedimenti in un bacino marino. L’emersione è avvenuta 26 milioni di anni fa ed è stata seguita da movimenti geologici compressivi; l’aumento di pressione ha causato il fenomeno del metamorfismo che produce un completo cambiamento della struttura primaria. La roccia in cui l’effetto del metamorfismo è più evidente è il marmo. In origine roccia sedimentaria calcarea formata da organismi costruttori come quelli delle odierne barriere coralline, con il metamorfismo ha subito ricristallizzazione. Nelle Alpi Apuane si trovano diversi tipi di marmo e queste differenze derivano dalla purezza della roccia originaria. Sul Monte Altissimo troviamo il “bianco statuario”, un calcare bianco privo di impurezze; i marmi colorati contengono, invece, altri minerali: il bardiglio è grigio, verde il cipollino o le brecce di Seravezza.

Veduta delle Alpi Apuane innevate

Alcuni campioni di minerali rinvenuti nelle miniere di Seravezza e Ruosina