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Cerreta Sant’Antonio

Altezza: 225 m. s.l.m.
Abitanti: 57 (censimento 2001)
Chiesa: S. Antonio Abate
Patrono: S. Antonio Abate

POSIZIONE GEOGRAFICA

Cerreta S. Antonio è un piccolo paese del comune di Seravezza che domina la valle del Vezza. Le case sono disposte lungo i due tracciati principali che si snodano dalla chiesa omonima e terminano presso la fonte pubblica affiancata da un’antica marginetta. Il panorama che si gode dalle sue vie e dalla sua piazza mostra tutto intorno montagne lussureggianti di vegetazione: sulla sinistra lo sguardo scopre le cime del Procinto e del Nona; di fronte le vecchie miniere del Bottino e sulla destra, oltre i dirupi delle cave di marmo del monte Costa, il declinare delle linee dei monti suggerisce in lontananza i grandi spazi del mare. 

STORIA

Il toponimo Cerreta o Cerreto, molto comune in Italia, trae le suo origini dal nome dato alle piantagioni cerri, che altro non sono che un tipo di querce. Vista la diffusa presenza, ancora oggi, sul territorio di Cerreta S.Antonio di questo tipo di albero (anche se nella specie del leccio e del sughero), si può pensare che il nome del paese derivi proprio dalla pianta.

Cerreta è nominata per la prima volta nell’estimo del 1320, come parte del comune di Pietrasanta insieme al vicino paese di Basati (con cui costituirà corpo unico fino alle riforme leopoldine). Il paese si estendeva in basso sino al fiume, come testimonia un documento del 1419 da cui si ricava che Leale Giovanni da Seravezza aveva “fabbrica, fuoco, maglio carbonile ed una torre, Vicinia Cerreti, in luogo detto Fucina nuova, presso la via e il fiume”. Nel 1536 vi erano in paese un segatore, un legnaiuolo e due muratori. L’esistenza di un oratorio e di una compagnia intitolata a S. Antonio Abate è documentata, secondo il Santini, fin dal 1576. 

Secondo il diario di don Luigi Leonardi, parroco del paese nell’Ottocento, la chiesa sarebbe stata consacrata il 6 maggio 1603 dal vescovo di Luni Giovanni Battista Salvago. Nel 1619 ne era camarlingo Antonio di Battista, mentre nel 1637 risultava curato e capo della compagnia il reverendo Giovanni Voltaglia di Seravezza. Nel 1770 il paese contava 21 case, 21 famiglie pari a 103 abitanti che si occupavano della campagna, vi erano due telai gestiti da donne e un distendino e una ferriera ambedue della Reale Magona. I prodotti agricoli erano soprattutto biade, castagne e vino, mentre l’allevamento contava 80 pecore, 4 mucche e 8 animali neri (non precisati). 

Il paese è stato collegato alla via comunale del fondovalle da una strada carrozzabile negli anni Settanta del '900, sostituendo così la mulattiera che, tutt'ora, congiunge Cerreta a Basati, Minazzana e Ruosina. In quel periodo era parroco don Florio Giannini che portò avanti una catalogazione di immagini sacre (marginette e maestà) soprattutto nell’ambito della montagna seravezzina.

LUOGHI D’INTERESSE

CHIESA DI S. ANTONIO ABATE

L'esistenza di un oratorio e di una compagnia intitolata a Sant’Antonio Abate nel paese di Cerreta Sant’Antonio è documentata fin dal 1576, anche se la Chiesa venne consacrata solo nel 1603 dal vescovo di Luni e fu dotata del fonte battesimale solo nel 1683. Prima di allora i neonati venivano battezzati presso la Pieve di Vallecchia e questa stretta dipendenza da Vallecchia continuò fino al 1800, quando la Chiesa di Cerreta fu costituita in parrocchia dall’Arcivescovo di Pisa Franceschi. La Chiesa fu sottoposta a lavori di ampliamento e di restauro nella seconda metà dell'800, quando all’unica navata presente furono aggiunte le tre cappelle a monte e l’orchestra; inoltre fu eseguito l’adattamento del Fonte Battesimale in una cappellina laterale dedicata a Santa Maria Maddalena de’ Pazzi. La Chiesa è dotata di tre altari: quello maggiore, risalente alla fine del XVI° secolo, è in brecce colorate, con tabernacolo nel medesimo stile; gli altri due altari, dedicati a S. Maria Maddalena e a S. Maria Bambina, sono del 1800. Il Battistero, che è sistemato nella cappella a monte, venne edificato nella seconda metà del 1600 ed inizialmente era posto all’ingresso della Chiesa. All’interno della Chiesa, lungo la parete del coro, troviamo una grande tela raffigurante la Madonna con Bambino, gli angeli e i Santi Sant’Antonio Abate, Santa Lucia, Santo Stefano e Sant’Apollonia; ai lati della tela si trovano due medaglioni di pregevole scultura, in altorilievo, raffiguranti il volto di Gesù e della Madonna. Sopra l’altare posto nella cappella dedicata alla Madonna de’ Pazzi si trova il quadro omonimo, una tela di raffinata e delicata esecuzione a tempera. Si trovano poi “Le 14 stazioni della Via Crucis”, opera di Pietro Bombelli che le incise a Roma. 

La Chiesa è inoltre dotata di un organo che fu realizzato a Viareggio ed inaugurato nel 1902 da un famoso maestro del luogo.

CAMPANILE

Il piccolo campanile seicentesco fu costruito ai tempi dell'ampliamento ottocentesco della chiesa. Ha tre campane, piuttosto modeste, fuse rispettivamente nel 1883, 1885 e 1906. La costruzione attuale è, però, dovuta alla tenacia di don Luca Garfagnini che lo volle restaurare con personale sacrificio fra il 1907 e il 1915. La struttura aveva una lunga guglia, che, per motivi di staticità è stata abbattuta dopo gli anni '50 e ricostruita.

I SENTIERI

ITINERARIO IN MOUNTAIN BIKE: SERAVEZZA – MINAZZANA – BASATI – CERRETA S. ANTONIO – SERAVEZZA

Partendo da Seravezza si imbocca la strada panoramica per Azzano–La Cappella  (452 m. s.l.m.) e si sale su strada asfaltata fino a raggiungere, dopo il paese di Giustagnana (345 m. s.l.m.), un bivio: a sinistra si raggiunge, dopo poco più di 1 km, la Cappella di San Martino (452 m. s.l.m.), in stile romanico (XIII° secolo), con un bel campanile forse anteriore al Mille e un raffinato rosone detto “Occhio di Michelangelo”; a destra si sale invece verso Minazzana (465 m. s.l.m.). In prossimità del bivio comincia una mulattiera che presenta inizialmente un fondo sterrato e compatto e subito dopo alcuni tornanti rocciosi e impegnativi. In seguito la pendenza diminuisce e si raggiunge il paese di Minazzana, dove la mulattiera attraversa con fondo in cemento l’abitato fino ai lavatoi e da qui, piegando a sinistra, riprende a salire. Dopo qualche tornante si incontra sulla destra il sentiero per Basati che, dopo un primo tratto molto stretto, si allarga e assume le caratteristiche di una comoda mulattiera. Il percorso presenta  difficoltà simili a quello precedente, ma è caratterizzato da un panorama mozzafiato, partendo dalla costa versiliese fino alla valle del Vezza e ai monti circostanti.
Giunti ad una Maestà si osserva il punto di arrivo di una via Crucis, che ha inizio dal sottostante paese di Basati (428 m. s.l.m.). Qui il panorama si allarga fino a comprendere la vista del monte Corchia e della Pania della Croce: è senz’altro uno dei luoghi di maggior attrattiva dal punto di vista panoramico. La mulattiera discende verso Basati tra boschi di castagni. Raggiunto il paese si suggerisce una rapida visita agli angoli più caratteristici. Usciti da Basati imbocchiamo la strada asfaltata per Ruosina, ma alla prima curva ci immettiamo su una mulattiera lastricata, dove si osservano varie Maestà, che senza particolari difficoltà ci conduce al paese di Cerreta S. Antonio (220 m. s.l.m.). Qui si riprende la strada asfaltata e si raggiunge, dopo appena 1,5 km, il fondovalle e la provinciale per Seravezza. 

Si ricorda che questo percorso, benché si svolga interamente nella prima fascia montana, è abbastanza impegnativo e può obbligare gli appassionati a effettuare alcuni tratti con bici in spalla.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

  • Giannelli, Giorgio Almanacco Versiliese, Edizioni Versilia Oggi, 2001, vol. 1 (vedi voci “Cerreta S. Antonio”, “Chiese e oratori”).
  • Leonardi, Luciano (a cura di) Notizie storiche su Cerreta S. Antonio (opuscolo).

LINK UTILI

www.aptversilia.it

 


 

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