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Gallena

Altezza: 345 m. s.l.m.
Abitanti: 79 (al 31 dicembre 2002)
Chiesa: Maria SS. Di Buon Consiglio – S. Barbara
Patrono: S. Barbara
 

POSIZIONE GEOGRAFICA

Gallena è situata sul versante nord del Monte Costa, in posizione di costa, alla destra del fondovalle dove scorre il fiume Vezza. Il paese è composto anche dalle località Fangaretti e Pianaccio.

STORIA

Gallena è l’ultimo paese della Versilia storica (Alta Versilia) che è stato raggiunto dalla strada carrozzabile. Il toponimo deriverebbe dal latino Gallibus, la voce popolare lo fa derivare dal minerale detto Galena (solfuro di piombo in cristalli cubici o taedrici, o in masse metalliche compatte, in latino galenam). Secondo il vocabolario della lingua italiana Zanichelli è di origine straniera. Secondo Repetti nel suo Dizionario Geografico Fisico e Storico della Toscana (Firenze 1833), il nome del paese lo ha fatto risalire al minerale detto Galena; “… prese origine e nome dalla qualità dei filoni metallici, solfuro di piombo argentifero che, nell’arte metallurgica, vengono indicati con il nome di Gallena, ma sarà veramente il villaggio che avrà dato il nome al metallo. A giudicare dal suffisso pare cosa etrusca”. Secondo Repetti deve essere stato il paese di Gallena a dare il nome al minerale, cosa questa assai strana e singolare. Per altri ancora il toponimo Gallena deriverebbe dal nordico Gall che significa straniero. Sopra il paese, fino alla seconda metà degli anni '70, si vedevano i resti di una costruzione murata a calcina, dall’aspetto molto antico, che gli abitanti del luogo chiamavano casa dei gentili, e che, pare, secondo la tradizione, conteneva i lavoranti addetti all’estrazione della suddetta galena e degli altri minerali.

Erano essi per la maggior parte schiavi qui condotti dai romani e prigionieri di guerra.

Di questa costruzione parla anche il Campana nella sua Analisi sulla Versilia Granducale ecc.

Sempre secondo Repetti, il castello di Gallena o dell’Argentiera era da lunga pezza annichilito sul poggio che porta il nome di Sant’Anna (vol. I pag 130). Il canale di Castagnoli scende dal monte Rocca e si getta nel torrente Vezza, vicino Ruosina.

In un estimo del 1405-1407, detto del Gazzano, appare come confine fra le comunità di Farnocchia e Retignano, Fornetto-Gallena, veniva chiamato anche Canale di Castagnola o Castagnolo (Santini vol. VII pag. 76,84,86). È da queste parti che si deve collocare, o per lo meno, si è cercato di collocare il cosiddetto Castello di Rotina, sempre cercato e mai veramente trovato; situato presso il monte Acuto (?). Secondo L. Marcuccetti, il monte Acuto “…dovrebbe corrispondere ai pizzi del Bottino di Montornato e che il confine con Pietrasanta cadeva alla focetta sotto il monte Anchiana, sembra di capire che questo Castello di Rotina – Rosina si trovasse sul monte Rocca dove nel XV° sec. viene documentato un fortilizio (vedi Bastia di Montornato)”. Per secoli quella zona è gravitata nelle mani della famiglia Antelminelli, che pure era padrona anche del Castello dell’Argentiera. A quota 735 m. s.l.m. troviamo il toponimo Castellare, che forse, risale all’epoca pre-romana e che non ha niente a che fare con il monte Rocca. Tutte queste rocche e castelli servivano per difendere le miniere d’argento e degl’altri metalli. Erroneamente anche l’Almanacco Versiliese vol. I pag. 233, identifica la Bastia di Montornato con il monte Rocca (900 m. s.l.m.) presso Sant’Anna–Farnocchia; il Santini nel Commentarii Storici sulla Versilia Centrale vol. V pag. 174, riporta come all' “inizio del ‘700 si vedessero ancora presso tale località i resti della chiesa di San Rossore dell’Argentiera”.

Un piccolo castello a forma di barca ossia il cosiddetto Castello a Barca, che era stato costruito presso il paese di Sant’Anna di Stazzema per controllare le miniere dell’Argentiera. Secondo il Campana questa struttura militare si chiamava Castello e dal Santini Castellaccio.

A pag. 147 del vol. VII dei Commentarii - Seravezza e Stazzema - leggiamo: “… Galena (scrive Plinio, libro 34 cap. 18 ) dicitur plumbi et argenti vena comunis” e dal cap. 16 “.. docet galena quo pacto conficiatur” anche Cicerone nel De Matina Deorum si espresse “… conficere argentum, produco quere (?)”; sicchè il nome di questo villaggio è di origine romana e proveniente dall’escavazione e fusione del minerale plumbo-argentifero che ivi si estraeva e fondeva.

LUOGHI D’INTERESSE

CHIESA DI SANTA BARBARA

Venne edificata nel 1222, con una piccolissima canonica, dove risiedeva un cappellano mantenuto dalla propositura di Seravezza, con beni e terreni all'Ontana, a sinistra del torrente Vezza. Intorno al 1435 la campana della chiesina di S. Barbara fu prelevata e posta nel nuovo campanile della chiesa di S. Lorenzo a Seravezza, che successivamente ne prese anche il titolo.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Giannelli, Giorgio Almanacco Versiliese, Edizioni Versilia Oggi, 2001-2010, vol. 2 (vedi voce “Gallena”)

 


 

Gallena


 

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